CAPORASOCOLMO SUMMER FEST presenta: NELLO SPAZIO, IL TEMPO. Vernissage di Filippa Santangelo

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CAPORASOCOLMO SUMMER FEST presenta: NELLO SPAZIO, IL TEMPO. Vernissage di Filippa Santangelo


Nello spazio, il tempo

Filippa Augusta Carolina Santangelo

a cura di Mariateresa Zagone

nulla si vede realmente, tutto si immagina”

Federico Fellini

Filippa Santangelo è una maga di prospettive che, come tutti coloro che si sono affacciati relativamente “tardi” alla pittura, è stregata, appunto, da quella che è, e sempre sarà, la più mirabolante delle invenzioni della nostra italianissima pittura. Briglia e timone della stessa, come icasticamente la definiva Leonardo.

L’artista inizia subito, poco più di 10 anni fa, con i grandi e muscolari formati; interni profondissimi, architetture industriali abbandonate, snodi di scale in androni diruti dai muri scrostati, spazi liminali perfettamente inquadrati, appunto, dalla prospettica centrale dalla cui costruzione, però - o meglio - in aggiunta, si ricava soprattutto una nozione di tempo che viene inteso ed indagato come elemento compositivo.

Nulla di nuovo, si potrebbe obiettare. La relazione tra spazio e tempo, messa in evidenza all’inizio del novecento dalla geniale intuizione della teoria della relativita’ di Einstein, ha ormai più di un secolo di storia, assorbita nel campo dell’arte in primis dal cubismo, che da quel momento condizionera’ tutta la concezione dell’arte moderna sino ad arrivare ai giorni nostri.

Ma quando un artista è tale, come lo è Filippa, ecco che la rielaborazione diventa personalissima e si può annoverare fra gli scarti di lato nel percorso mai rettilineo della visione.

Le opere in esposizione creano allora un cortocircuito percettivo mantenendo la costruzione geometrica ancorata alla prospettiva monoculare in cui lo spazio pittorico è scandito, in una sorta di cannocchiale, da piani temporali in progressione ma rendendo il tempo matematico del tutto irreale. I nostri occhi e la nostra coscienza percepiscono una realtà unica nella quale ogni attimo presente compendia e conserva in sé l’intero. La visione è quindi complessiva e totale e la percezione, in ogni movimento sotteso e non visibile, è quella dell’intangibilità del tempo. La nozione, l’intuizione, l’azione che abitano quegli spazi si legano gli uni agli altri senza il presunto collante del tempo, tutto viene vissuto in un attimo che è insieme passato, presente e futuro che così si annullano. Perché è così che funzionano sia il tempo dell’infinitamente grande che quello interiore.

Ed è così che lo spazio si trasforma in tempo e viceversa.

La rappresentazione della realtà in queste opere, quindi, sembra nascere dalla spontanea attività dello spirito e non da un meccanismo di mimesis dello spazio originario; Filippa costruisce una rappresentazione del mondo basata sul significato che lei attribuisce alle cose. Quindi conosce il mondo attraverso il significato che da’ ai suoi elementi, perché l’oggetto percepito è reale solo attraverso la rappresentazione che ne ha. Mentre lo spazio è l’elemento visibile nell’opera, tangibile e plasmabile, il tempo resta invece una costruzione concettuale o, meglio, psichica, leggibile solo attraverso i modi di organizzare gli ambienti, metafora dell’io, sulla superficie.

Il terzo elemento della sua poetica è senz’altro il silenzio. Ad immaginarsi in queste fabbriche sembra di poter udire solo il rumore dei propri passi mentre, incerti, indagano anfratti bui in cui si addensano ombre profonde, dietro pilastri o sotto travi appena illuminate da luci che filtrano da vetri rotti di finestre sporche. I colori si muovono su palette ridottissime di terre, grigi e neri. Sussulti di vita che progressivamente si fanno strada fino a vincere l’ombra. Fino a quando l’artista, lavorando per sottrazione, rappresenterà solo piccoli particolari di quel tutto concentrandosi indifferentemente sul cretto di un intonaco o sulla linea di rottura di un vetro, schiarendo i toni, ampliando la palette, indagando i riflessi della luce, rappresentando la vita attraverso una vegetazione esuberante e potente che si appropria di quei manufatti che hanno perso la loro funzione e delle ferite dell’anima. Le opere in mostra si articolano sui tre temi principali intrecciati senza soluzione di continuità e portano alla luce una forma profonda e spietata di analisi che non concede tregua. Nello spazio, il tempo è una mostra che stimola alla riflessione, che non lascia indifferenti, che crea inquietudini, esorcizza paure e indaga dentro l’anima. E in cui ritrovarsi come esuli, compagni, insieme, sulle incerte barche alla ricerca di se stessi.

Tenuta Rasocolmo inaugura con questi coraggiosi lavori introspettivi e sofferti, la quarta stagione dedicata alla ricerca visiva siciliana.

Mariateresa Zagone

Filippa Santangelo nasce nel 1980 a Siracusa, dove vive fino alla maturità classica.

Nel 2009 inizia il suo percorso artistico iscrivendosi all'Accademia di Belle arti di Catania, con indirizzo Pittura.

Attualmente, vive e lavora a Catania.

Mostra collettiva “Senza titolo”, Galleria Quam, Scicli, 2024; Mostra collettiva "Scintille", testo di Grazia Calanna, Corte Capitaniale, Caltagirone, 2023; Mostra collettiva "Non se ne esce indenni", testo di Gianfranco D'Amico, Galleria Quadrifoglio, Siracusa, 2023; Mostra collettiva "Sicilia / miti ed eroi, curata da Federica Bordone e Ornella Fazzina, Palazzo Montalto, Siracusa, 2022; Mostra collettiva "Diario di bordo. Cronaca di una pandemia", testo di Rocco Giudice, MACC, Museo di Arte contemporanea, Caltagirone, 2022; Mostra personale "Graphein incontra", all'interno della mostra "Graphein", curata dalla galleria Sudestasi Contemporanea, Museo Gagliardi, Noto, 2019; Mostra collettiva "(s/t+i/m) x generazioni", a cura di GIuseppe Frazzetto, Palazzo della Cultura, Catania, 2018;

Mostra personale, "DK. (i)stanze dell'animo", testo di Aurelia Nicolosi, Galleria di arte contemporanea Arionte Contemporanea, Catania, 2016; Mostra collettiva "Pre-Visioni II", testo di Ornella Fazzina, Fondazione Puglisi Cosentino, Catania, 2016; Mostra collettiva "Artisti di Sicilia, a cura di Vittorio Sgarbi, Palazzo della Cultura, Catania, 2015; Fiera internazionale di arte contemporanea "Art Market Budapest", padiglione Accademia di Belle Arti di Catania, 2014.

Evento concluso

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